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Fascicolo 27 | 2025

Questo numero 27 dei Quaderni di Scienze Politiche si apre con un’ampia e importante riflessione di Beatrice Nicolini sulla storiografia
post-coloniale. Il successivo articolo di chi scrive, esempio classico di storiografi a delle relazioni internazionali, si concentra sul ruolo militare e politico del Principe Ereditario d’Italia, Umberto di Savoia, durante gli
anni 1943 e 1944. Rientra nella Storia delle relazioni internazionali anche il successivo
articolo di Bruno Pierri, dedicato alle origini dei rapporti commerciali. Conclude questo fascicolo l’articolo di Giovanni Battista Bronzini e Simone Zuccarelli, che esamina l’infl uenza della sezione
americana di Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), un movimento controrivoluzionario cattolico fondato nel 1960 dal pensatore brasiliano Plínio Corrêa de Oliveira.

Indice

Massimo de LeonardisIntroduzione

Beatrice Nicolini, The Orient: A Vibrant Prism, not a Static Reflection. Revisiting Postcolonial Theories Between East and West

Abstract – L’obiettivo principale di questo studio è quello di riesaminare i temi dell’identità e della diversità culturale attraverso prospettive legate alle teorie postcoloniali. Il concetto di alterità culturale è inserito all’interno di una struttura logica che oscilla tra l’autoreferenziale e la negazione dell’altro. La superiorità morale e culturale occidentale è stata adottata come modello incontestato, in cui ogni realtà viene rivalutata e reinserita in una prospettiva globalizzata e occidentalizzata. A tal proposito, un significativo corpus di ricerche interdisciplinari, particolarmente nei Paesi anglosassoni, ha criticato le caratteristiche discriminatorie di questi studi, mettendo in evidenza il nesso tra potere e cultura, e la polarità Oriente/Occidente. Di conseguenza, le teorie postcoloniali che hanno caratterizzato il ventesimo secolo qui riesaminate non adottano valori cronologici e non si riferiscono al periodo successivo al colonialismo. Al contrario, esse mirano a criticare diversi schemi e invitano a ripensare le numerose e differenti realtà che ha prodotto e diffuso il colonialismo occidentale. In ultima analisi, la riconfigurazione del concetto di modernità per includere tutte le culture marginalizzate è uno degli obiettivi primari del presente studio.

Keywords: postcolonial studies; British colonization; Afro-Asian regions

Massimo de Leonardis, Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, Luogotenente Generale del Regno: il suo ruolo durante la cobelligeranza alla luce delle fonti anglo-americane (1943-1944)

Abstract – The article is focused on the military and political role of the t Crown Prince of Italy, Umberto di Savoia, during the years 1943 and 1944, when, after the armistices of September 1943, the Kingdom of Italy was fighting the Germans alongside the Anglo-Americans, who did not recognize it as a full-fledged ally, but only as a “co-belligerent”. The monarchy was the key factor which assured the loyalty of the Italian institutions, first of all the military and the diplomats. Since the personality of King Vittorio Emanuele III was under attack for his acceptance of the Fascist dictatorship, that in any case he had terminated in July 1943, the destiny of the monarchy was in the hands of the Crown Prince, Umberto, who in June 1944 was appointed Lieutenant General of the Kingdom, and invested of the Royal Prerogatives. His military role was very important and according to the traditions of his dynasty he also exposed himself to enemy fire in at least two occasions. From the political point of view, he had to face the hostility of the left-wing parties, even if the Communists, under Stalin’s instructions, were more pragmatic than the Socialists and the Action Party. This attitude was reflected in the so called “svolta di Salerno” which brought to the restoration of diplomatic relations between the Kingdom of Italy and the Soviet Union and to the Communist party joining the government. The Americans were generally republicans while the British were monarchists. However, Churchill and the British gave only a moderate support to the Monarchy because it was the guarantor of the armistices but did not back it fully. The article if based mainly on British and American documents and bibliographic sources.

Keywords: Prince Umberto di Savoia, The Anglo-Americans, The Italian Monarchy

Bruno Pierri, Ideology and Trade: The Origin of the Atlantic Powers’ Partnership with the People’s Republic of China, 1967-1969

Abstract – La moderna storiografia si interroga su come e quando la Repubblica t Popolare di Cina abbia convertito la rotta verso il capitalismo. Ciò che risulta acclarato è che il commercio internazionale non fosse stato seriamente danneggiato dalla Rivoluzione Culturale. Anzi, esso era aumentato in misura esponenziale soprattutto con le nazioni occidentali, tanto che la Cina appariva già come un Paese in via di modernizzazione e industrializzazione. Alla fine degli anni Sessanta, era già possibile intravedere i primi segnali di globalizzazione, poiché un mercato gigantesco come quello cinese avrebbe inevitabilmente interessato il mondo. In altre parole, era in atto una trasformazione economica, tanto che negli Stati Uniti vi erano aziende che dirigevano la produzione oltremare in cerca di mercati globali. In breve, la forza dell’ideologia permetteva ai cinesi di attendere vantaggi politici prima di negoziare accordi economici; tuttavia, tecnologia occidentale e moneta pesante erano necessarie per centrare l’obiettivo della modernizzazione e sperare in futuro multipolare. Perciò, l’apertura all’Occidente della fine degli anni Settanta proseguiva il cammino in una direzione intrapresa sin dal decennio precedente, quando Pechino aveva iniziato a manipolare gli alleati degli Stati Uniti in modo da rompere l’isolamento, finendo così per ri-orientare il commercio internazionale dall’Unione Sovietica al blocco capitalista.

Keywords: Pechino e l’economia di mercato; Gran Bretagna e mercato cinese; ss Mao e l’apertura agli Stati Uniti

Giovanni Battista Bronzini e Simone Zuccarelli, Il conservatorismo cattolico nella politica estera americana. Il caso dell’Associazione Tradizione, Famiglia e Proprietà nella prima amministrazione Reagan (1981-1985)

Abstract – This article examines the influence of the American chapter of t Tradition, Family, and Property (TFP), a Catholic counterrevolutionary move- ment founded in 1960 by Brazilian thinker Plínio Corrêa de Oliveira, on U.S. foreign policy during the first Reagan administration (1981–1985). Drawing on a wide array of primary sources, it analyzes how TFP’s ideological vision shaped the discourse and, to a limited extent, the strategies of the American New Right. After outlining the association’s doctrinal foundations and its moral-theo- logical approach to international affairs, the article highlights TFP’s campaigns against European socialist governments, its opposition to the reemergence of Henry Kissinger, and its connections to the Reagan White House through figures such as Morton Blackwell. It sheds new light on TFP’s reliance on moral and theological principles, which informed its rejection of both détente and isolationism. The article concludes that TFP contributed – albeit indirectly – to the ideological framing of U.S. Cold War policy by supplying rhetorical and conceptual tools to confront communism and the Soviet Union.

Keywords: Corrêa de Oliveira, Reagan, United States, New Right

Gli Autori

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